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KURSAAL CLUB

Restyling di una discoteca storica della città di Bordighera: il Kursaal Club.

Tesi di Laurea

Un progetto 
unico nel suo genere.

La progettazione è un’attività finalizzata al miglioramento, inizia con la percezione di un bisogno, ovvero un’insoddisfazione dello stato attuale delle cose. Qualsiasi attività progettuale, sia di piccola sia di grande scala, deve partire dalla conoscenza, dall’analisi e dallo studio dello stato attuale al fine di comprendere la natura di questo bisogno.

La metodologia utilizzata in questo progetto persegue proprio questo obiettivo ed inizia con il ricercare e l’analizzare quella che è la storia dell’ambiente trattato, valutandone i cambiamenti sotto il profilo stilistico e funzionale e nell’agire rispettandone i segni caratteristici.

“L’obiettivo non è stravolgere le peculiarità del luogo ma operare con interventi che ne migliorino la vivibilità e la percezione.”

Un piccolo cenno storico

Il nome Kursaal deriva da due parole tedesche "Kur" (salute) e "Saal" (Sala). Nel 1920 fu ultimata la struttura, costruita e pensata come un centro benessere ed un salotto post balneare e rimase tale fino alla mareggiata del 1927, la quale distrusse gran parte dell'edificio. In principio lo stabile sorgeva all'altezza della chiesa di Terrasanta, ma dopo i gravi danni subiti dalla mareggiata, il Kursaal fu costruito nuovamente nel 1930, ma questa volta davanti alla stazione di Bordighera, dove tutt'ora sorge.La progettazione fu affidata all'ingegner architetto Rodolfo Winter che ne fece una grande sala da ballo, da thé, caffetteria e pasticceria. Per un periodo fu anche una casa privata, fino a quando, nel 1984 venne trasformata e ampliata divenendo il"Kursaal Club".  L’intero lavoro mostra una modalità progettuale fondata sull’attenzione alle richieste del committente, non mutando però quello che è il carattere originario dell’immobile.

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Nel dettaglio, la progettazione si è concentrata su tre diversi obiettivi:

- il restyling della discoteca, con lo scopo di ottenere un ambiente che metta in risalto il fascino del luogo con minimi interventi edilizi.

- L’ analisi degli spazi e del contesto, utile ad evidenziare la necessità di sfruttare alcuni spazi ad oggi non utilizzati ed eliminare le superfetazioni dovute agli interventi resi necessari nel corso degli anni.

- Lo studio di una nuova funzione che si distacchi da quella già esistente ma che sia allo stesso tempo correlata alla funzione che ad oggi è svolta nell’intero edificio.

Il patrimonio storico di pregio è un valore estetico godibile dalla collettività, dunque deve essere preservato e valorizzato. Conservare e tutelare i nostri patrimoni vuol dire preservare la nostra Identità, perderla significherebbe rinunciare ad una parte importante e costruttiva di noi stessi. “(…) il nostro patrimonio culturale sono le città nelle quali viviamo, le chiese in cui entriamo, le case e i palazzi in cui abitiamo o che visitiamo, le nostre coste e le nostre montagne”

Questo tipo di operazione, oltre ad essere necessaria per risolvere un bisogno dettato dalla struttura stessa, ad oggi diventa utile e vantaggiosa per rispondere ad un bisogno comune legato al contenimento del consumo del suolo, riconoscendo l’importanza del recuperare spazio senza incidere su nuove porzioni di territorio.

“Spesso noi affermiamo che la bellezza salverà il mondo (…) ma questa è solo una frase che ci permette di deresponsabilizzarci, la bellezza non può salvarci, siamo noi che, invece, dobbiamo salvare il paesaggio, dobbiamo salvare la bellezza. Non c’è bellezza senza storia, non c’è bellezza senza memoria.”

Salvatore Settis

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Compiere un restyling tenendo conto, oltre che della destinazione del 
locale, dei suoi caratteri originari porta a compiere scelte di conservazione e di ripristino, adattando quindi la funzione al patrimonio immobiliare e non viceversa. Spesso in fase progettuale per rispondere alle richiesta poste 
dal committente si cade nell’errore di porre queste come primo punto di riferimento,  non considerato le ipotetiche criticità che andrebbero poi ad intaccare l’edificio trattato.

L’obbiettivo principale di questa tesi è stato il restyling della discoteca, e attraverso questo progetto ho cercato di mostrare come sia possibile modificare completamente la percezione di un ambiente senza dover ricorrere a numerosi interventi edilizi.

Con piccoli accorgimenti di stile e di richiami di esso sia nei 
rivestimenti che nella scelta dell’arredo si è riuscito ad ottenere un risultato

efficiente e di rilievo.

Per far ciò mi sono affidata a tre punti essenziali: il marmo che conferisce raffinatezza, l’ottone che richiama la luce ed il verde che rievoca l’atmosfera naturale del paesaggio della Riviera ligure su cui si cui è inserito l’edificio.

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